venerdì 31 maggio 2013

febbraio prestiti ancora in calo per le banche italiane.  Secondo i dati diffusi da Bankitalia la contrazione dei prestiti su base annua è stata dell’1,3%, rispetto al calo dell’1,6% registrato a gennaio.  I prestiti alle famiglie hanno registrato un calo dell’0,7% nell’ultimo annomentre quelli alle società non finanziarie sono scesi del 2,6%.
Per i nuovi prestiti alle società non finanziarie di importo superiore a 1 milione di euro i tassi di interesse sono scesi al 2,9%, mentre per i prestiti di importo inferiore al milione di euro i tassi sono pari al 4,38%. Per quanto riguardainveceil credito al consumo i tassi sono saliti al 9,78%, rispetto al 9,59% di gennaio.
Non si ferma l’aumento delle sofferenze bancarieil cui tasso di crescita si attesta intorno al 18,6%, rispetto al 17,5% di gennaiononostante le erogazioni bancarie siano diminuite e le garanzie a concessione dei prestiti siano sempre più rigide. E’ chiaro che il peggioramento della congiuntura economica sfavorisce anche quelle famiglie che prestavano maggiori garanzie per i prestiti, con un conseguente effetto negativo sui consumi.
Dai dati pubblicati nell’ultima analisi di Crif, l’importo medio  erogato alle famiglie italiane per prestiti e mutui è ulteriormente calato nel 2012. In particolare la diminuzione è stata del 3,7% per i mutui, del 4,1% per i prestiti finalizzati e del 6,7% per i prestiti personali.  Tale contrazione si configura come proseguimento del difficile momento economico che continua a riflettersi pesantemente sul settore del credito alle famiglie.
Complessivamente i mutui immobiliari hanno fatto registrare un ulteriore contrazione della domanda e una riduzione dell’offerta caratterizzata da tassi d’interesse ancora molto elevati  sulle nuove erogazioni, scoraggiando così le nuove richieste.
La contrazione dei prestiti finalizzati rispecchia il ridimensionamento del consumo di beni durevoli, soprattutto dell’ auto, ma non escono indenni anche i consumi per l’arredamento e gli elettrodomestici, che tipicamente richiedono l’accensione di un finanziamento. Questa riduzione dei  consumi e delle spese da destinare agli acquisti si riflette anche nella diminuzione delle richieste di prestiti personali, il cui importo medio nel 2012 è calato del 6,7%, attestandosi a 12.666 euro, diminuzione riconducibile sia alla riduzione degli importi finanziati che al numero di contratti stipulati.
Arrivano segnali negativi dal mondo dell’imprenditoria femminile. Secondo i dati relativi al primo trimestre 2013 diffusi da un indagine della Rete Imprese Italia Imprenditoria Femminile, rispetto al quarto trimestre del 2012, la quota di imprese rosa che richiedono un prestito è scesa dal 12,6% al 10,5%. Nonostante si tratti di una percentuale minore rispetto a quella degli imprenditori, che è pari al 12%, aumentano le imprese rosa che non ottengono il finanziamento richiesto, passando dal 54% al 62% e contemporaneamente si riducono quelle che ottengono il prestito, passate dal 23,8% al 17%, rispetto al totale delle Pmi italiane.
Le principali ragioni che portano le imprenditrici a richiedere credito sono esigenze di liquidità e cassa. La maggior parte di esse lamenta il peggioramento delle condizioni dei tassi, della durata, del costo istruttoria e delle garanzie richieste per ottenere il finanziamento.
In generale emerge una situazione di difficoltà per l’accesso al credito delle piccole e medie imprese, ma si riscontrano problemi ancora maggiori e condizioni talvolta pregiudizievoli per l’imprenditoria femminile, nonostante le imprese rosa non si dimostrino meno affidabili rispetto a quelle guidate dai colleghi uomini.

Tra marzo 2012 e marzo 2013 gli istituti di credito italiani hanno preferito di gran lunga acquistare titoli di stato piuttosto che erogare prestiti. Le banche hanno scelto di favorire i titoli di stato nell’allocazione della propria liquidità per limitare i rischi legati al prolungarsi della crisi economica e perché trovare società solide a cui affidare il proprio denaro è sempre più difficile.
Nell’ultimo anno le banche hanno investito circa 72 miliardi in più in Bot e Btp, con un’accelerazione a inizio anno di 30 miliardi. A questo proposito hanno sicuramente giocato a favore il distendersi delle tensioni sull’Italia e l’offerta di rendimenti interessanti. I prestiti alle imprese non finanziarie sono invece diminuiti di circa 29 miliardi, mentre quelli alle famiglie sono scesi di 9 miliardi. Secondo i dati della Banca d’Italia nei portafogli delle banche ci sarebbero circa 362 miliardi, contro i 290 di un anno fa.
Tuttavia la tregua concessa dai mercati potrebbe non durare ancora per molto e, in più, si temono effetti ulteriormente depressivi  sull’economia. Gli esperti sostengono che il calo della domanda di credito da parte di imprese e famiglie, sfiduciate al punto tale da non avvicinarsi nemmeno agli sportelli delle banche, potrebbe portare ad un’ulteriore riduzione del credito erogato dalle banche.
Secondo la previsione di un recente studio di Prometeia il sistema creditizio italiano avrà un utile di 2,4 miliardi di euro a fine 2013, che aumenterà a 21 miliardi a fine 2015, ma con un calo delle erogazioni dovuto all’aumento delle partite deteriorate e alle conseguenti rettifiche a bilancio.

Nella pratica, al netto della componente sofferenzeil credito a famiglie e imprese subirà un calo anche nel 2013 dell’1,9% e tornerà ad aumentare solo nel 2015, con una crescita stimata intorno al 2%. La previsione procede affermando chenonostante questo aumentoanche nel 2015 le banche non saranno in grado di finanziare completamente il fabbisogno creditizio delle imprese che si dovranno rivolgereanche al mercato dei capitali e a quello del debito.
Nonostante le previsioni non rosee, una ricerca condotta dall’istituto Guglielmo Tagliacarne su un campione di 1.600 pmi italiane ha dimostrato come tale scenario non spaventi più di tanto gli imprenditori: il 58,3% delle imprese intervistate ha affermato di non aver avuto problemi a far fronte ai propri impegni finanziari nell’ultimo anno e quasi il 70% è riuscito a mantenere stabile la propria base occupazionale. Mentre sull’altro fronte, quello della rassegnazione, solo il 20,5% delle imprese intervistate si è dichiarato pronto a investire nel 2013, il 22% ha ridotto il ricorso al credito bancario, mentre sale al 33% la percentuale di imprese del campione che ha ottenuto un si parziale o una bocciatura ad una richiesta di finanziamento da parte delle banche.


Buongiorno, avrei bisogno di sapere se il mio contratto a tempo determinato mi permette di ottenere un prestito. Vorrei acquistare un’auto usata del valore di 5 mila euro. Sono preoccupata perchè non avendo il posto di lavoro fisso c’è il rischio che non riesca a pagare tutte le rate. Come posso procedere? Grazie, cordialmente, Sofia L.

Buongiorno Sofia,
numerosi istituti di credito offrono soluzioni di prestito destinate anche ai lavoratori che hanno un contratto di lavoro a tempo determinato, quindi, anche Lei, rientra a pieno titolo nella categorie dei richiedenti.
Per farsi un'idea delle proposte di prestito finalizzate all'acquisto di un'automobile, può avvalersi del servizio di confronto prestiti di Consulenze Finanziarie, il portale che Le fornirà un valido aiuto nella comparazione e nella scelta del prestito più adatto alle Sue esigenze. Per quanto riguarda la sua comprensibile preoccupazione di non riuscire a far fronte alla rata mensile, la soluzione migliore è chiedere una polizza assicurativa sul prestito per la “protezione” del debito: qualora dovesse perdere il posto di lavoro, l’assicurazione pagherà un certo numero di rate al posto suo (solitamente sino ad un massimo di 6 o 12 rate, a seconda di ciò che il contratto prevede).
Tenga presente che la sottoscrizione di questa polizza aggiuntiva comporterà un ulteriore prezzo, che viene incluso nel taeg e concorre a far salire anche sensibilmente (nell'ordine di qualche centinaio di euro) il costo del prestito.
Bollette, affitto, spesa: i pagamenti quotidiani ti soffocano? Vuoi un po' di respiro economico anche se non hai un lavoro a tempo indeterminato come garanzia? Niente paura. È possibile richiedere un prestito anche senza busta paga. Molti finanziamenti, infatti, vengono concessi anche a chi non può dimostrare un'entrata fissa mensile e, di questi tempi, tra lavoratori precari, autonomi o atipici, liberi professionisti e disoccupati, la richiesta di un prestito potrebbe rappresentare un valido aiuto.
Se lo stipendio fisso è ancora una chimera, la banca, prima di concedere il prestito, chiederà forme alternative di garanzia. Se si è in possesso di un immobile, è possibile ipotecarlo a garanzia del prestito; se si tratta di una casa affittata, il canone di locazione mensile potrebbe rappresentare una garanzia sufficiente. Questa rappresenta la soluzione più sicura, poiché la banca non può rivalersi sull'immobile nel caso si presentino impedimenti nel rispettare i termini di pagamento. A garanzia del prestito, la banca potrebbe richiedere la firma di un garante, ovvero una persona con una situazione patrimoniale solida, che possa subentrare al titolare del presito nell'eventualità di un mancato pagamento. Se non si dispone di un immobile e non si può contare su un garante, ottenere un prestito potrebbe essere più complicato, ma non impossibile. Numerose banche concedono infatti prestiti a clienti che abbiano alle spalle una buona reputazione creditizia.Tali prestiti, però, vengono in genere concessi per somme limitate, che non superino, di massima, i 5 mila euro.
Se hai un lavoro atipico o un contratto a progetto e hai paura di non riuscire a saldare la rata mensile, puoi richiedere una polizza assicurativa sul prestito a “protezione” del debito: in caso tu non riesca a rimborsare una o più rate, l’assicurazione le restituirà al posto tuo (alla condizioni previste dal contratto). É bene essere al corrente che queste polizze hanno un prezzo che potrebbe far crescere il costo del prestito di alcune centinaia di euro. A tal proposito, è sempre buona regola leggere tutte le condizioni previste, prima di firmare un contratto di prestito.

giovedì 30 maggio 2013

Spesso e volentieri le dipingono come una categoria con difficile accesso al credito, l’anello (economicamente) debole del nucleo familiare. Più volte nel corso degli anni ci sono state discussioni riguardo a come un lavoro così importante e sottovalutato dovesse in qualche modo diventare un lavoro “remunerato”. Per questo si è discusso a lungo della pensione da riconoscere a queste lavoratrici e il tempo ha finalmente condotto a una legge che equipari il lavoro casalingo a uno svolto fuori dalle mura domestiche.
Anche nel settore del credito al consumo svolgere la professione di casalinga poteva e puo’ essere una barriere all’ottenimento di un prestito personale, almeno con alcune finanziarie.
Se è vero che a fine mese le casalinghe non ricevono una busta paga, non è altrettanto corretto affermare che non siano in grado di generare un valore economico per la propria famiglia. È proprio basandosi sulla negazione di questo assunto che sono sempre di più le Banche e gli Istituti Finanziari che permettono alle casalinghe di ricevere un prestito personale per far fronte alle spese legate al ménage familiare, ma anche, semplicemente, alle loro esigenze personali.
Una delle prime aziende che ha deciso di concedere alle casalinghe prestiti personali è stata Findomestic che tratta questi come finanziamenti “atipici”. Ciò che accade in concreto è che vengono messe a disposizione di chi fa richiesta di prestito delle somme di denaro tutto sommato piuttosto esigue e che queste possono essere restituite con periodi lunghi e rate molto poco impattanti sulle casse della famiglia.
Fine della sudditanza psicologica e della dipendenza economica dal coniuge per chi lavora in casa? Se è vero che gli Istituti bancari e finanziari stanno cominciando ad aprire i cordoni della borsa nei confronti delle casalinghe, va tenuto a mente che anche loro hanno comunque bisogno di un cuscinetto di sicurezza. Ecco quindi che, nella maggioranza dei casi, per chiedere un prestito personale le casalinghe devono far controfirmare la loro richiesta da un garante (non necessariamente il marito o la moglie) che si impegna con chi concede il prestito personale a farsi carico del pagamento delle rate nel caso in cui il titolare del prestito non sia in grado di tener fede all’impegno preso.
Quanto sono ingenti i finanziamenti richiesti dalle casalinghe? Fermo restando che la maggior parte dei casi viene valutato singolarmente in base alle necessità e alle esigenze di chi richiede il prestito, volendo dare delle cifre si può affermare tranquillamente che gli importi sono solitamente compresi fra i mille e i trentamila euro, con un numero di rate che arriva al massimo a 84. Lunghezza notevole, senza dubbio, ma in questo modo si riesce a non appesantire troppo le ali dell’angelo del focolare.
Il 2011 inizia con qualche (timida) buona notizia in materia di prestiti. Secondo il Monthly Outlook del mese di gennaio dell'Abi, l'Associazione bancaria italiana, a gennaio si è evidenziata l'accelerazione dei prestiti bancari destinati al settore privato: stando alle prime rilevazioni, i prestiti a famiglie e società non finanziarie sono ammontati a oltre 1.468 miliardi di euro, registrando una crescita del 4,3%. Un bel balzo in avanti, visto che il dato, a novembre 2010 era pari al +3,8% (+2% nell'area Euro alla fine del 2010) e che la percentuale riporta i prestiti ai livelli precrisi del 2008. Sono aumentati i prestiti al settore privato per quanto riguarda i residenti in Italia: +5,5% rispetto al +4,3% di fine 2010. In totale, a fine gennaio 2011 l’ammontare complessivo dei prestiti erogati dal sistema bancario italiano al settore privato è stato pari a 1.690 miliardi di euro. Anno su anno, rispetto a gennaio 2010, in complesso il flusso netto dei nuovi prestiti si è attestato a 85 miliardi: il segmento a medio e a lungo termine (cioè oltre un anno) ha segnato una crescita del 5% (a fine 2010 era +4,9%) mentre il segmento a breve termine (cioè fino a un anno) è cresciuto del 2,6% (a fine 2010 era +0,8%). All'interno del bollettino mensile dell'Abi si legge che l’euribor a tre mesi è in aumento: “il tasso medio nella prima metà del mese di febbraio 2011 è stato dell'1,09%”, mentre “a gennaio 2011 il tasso euribor medio a tre mesi si è posizionato all’1,02%, stesso valore del mese di febbraio del 2010 (in rialzo di 34 punti base rispetto al gennaio 2010)". "Rimane sostenuta la dinamica tendenziale del totale prestiti alle famiglie (+7,6% a fine 2010, +7,5% a novembre 2010; +5,9% a fine 2009)”. Più marcata, secondo l'outlook dell'Abi, la crescita nei finanziamenti necessari all'acquisto di immobili che, a dicembre 2010 è risultata in rialzo dell'8% (a ottobre 2010 era +7,5% e a fine 2009 +6,1%).
Il report dell'Abi evidenzia inoltre che a gennaio 2011 si è registrato il lieve aumento del tasso medio ponderato applicato al totale dei prestiti alle famiglie e alle società non finanziarie: +3,69%, 7 punti base sopra quanto segnato nel mese di dicembre 2010 e 4 basis points sotto il valore di gennaio 2010. Scorrendo il monthly outlook di Abi relativo al mese di gennaio 2011, si evince che "i tassi praticati su nuove operazioni alle imprese sono in assestamento e si mantengono su livelli contenuti mentre quelli alle famiglie sono in lieve aumento”. Più in dettaglio, nel primo mese del 2011, si è posizionato al 2,77% (in leggera discesa dal 2,79% del dicembre 2010) il tasso su prestiti in euro a società non finanziarie mentre è pari al 3,12% (in rialzo dal 2,97% del dicembre 2010, pari a +39 basis point rispetto al gennaio del 2010) il tasso su prestiti in euro erogati alle famiglie per l’acquisto delle abitazioni, dato quest'ultimo che sintetizza l’andamento complessivo dei tassi fissi e di quelli variabili ed è influenzato dalla variazione di composizione fra le erogazioni sulla base delle diverse tipologia di mutuo. Proprio riguardo ai mutui, l’aumento registrato nel mese di gennaio 2011 secondo l'Abi è da attribuire anche a una quota maggiore del flusso dei finanziamenti a tasso fisso, quota che è passata dal 29,7% al 41,1% dell’ultimo mese. Sempre secondo l'outlook dell'Abi, nell’ultimo anno si è registrato l'aumento (con minore intensità) delle sofferenze lorde e quello del rapporto tra sofferenze lorde e impieghi. Infine, sostiene l'associazione bancaria, anche le sofferenze nette sono in crescita.
Nel mese di febbraio la raccolta delle banche italiane è aumentata. Questo è il dato fondamentale che viene fuori dalMonthly Outlook dell'Abi, l'associazione bancaria italiana.
In dettaglio, la raccolta bancaria, secondo il rapporto, è stata pari a 2.187 miliardi di euro, 70 miliardi di euro in più rispetto al dato dell'ultimo anno. Analizzando le varie componenti si nota che i depositi della clientela residente hanno registrato una crescita tendenziale del 5,6%, un balzo in avanti rispetto al +4,5% di gennaio. Minore, anche se tornata in terreno positivo, la variazione percentuale annua delle obbligazioni bancarie, risultata in rialzo dello 0,6% dopo il calo dell'1,5% di gennaio. Decisamente più sostenuto l'andamento delle operazioni pct, pronti contro termine: quelle con clientela, secondo le prime stime, a fine febbraio sono cresciute del 66,6% anno su anno, qualcosa in più del dato precedente di gennaio (+66,4%).
Sempre a gennaio, terzo mese consecutivo dopo due anni sono tornati in territorio positivo i depositi dall’estero: 455 miliardi di euro quelli degli istituti bancari italiani, il 6,3% in più dell'anno scorso, decisamente meno rispetto al +17,1% dei depositi dall’estero.
Secondo il report dell'Abi, dal punto di vista degli impieghi,  alla fine del primo bimestre di quest'anno, i prestiti si sono dimostrati sostanzialmente in consolidamento: 1.488 miliardi di euro è la cifra totale dei prestiti alle famiglie e alle società non finanziarie, il 5,6% in più, stessa percentuale di gennaio, tornata sul livello della fine dell'estate 2008.
fine febbraio l'ammontare dei prestiti personali ai residenti in Italia del settore privato è stato di 1.702 miliardi di euro, in aumento del 6,2%: rispetto allo stesso mese dell'anno passato. Il flusso netto dei nuovi prestiti ha toccato i 95 miliardi di euro.
Sempre a febbraio, stando al rapporto dell'Abi, i tassi su prestiti concessi dagli istituti bancari sono in assestamento anche se su valori vicini ai minimi storici: il tasso medio si è collocato al 3,67%, la stessa percentuale di gennaio, due basis point sotto il valore del febbraio 2010. In assestamento (ma sempre contenuti) i tassi sulle nuove operazioni destinate alle imprese (2,72% rispetto al 2,69% di gennaio), mentre si dimostrano indiminuzione (3,05% rispetto al 3,15% di gennaio) i tassi sui prestiti casa alle famiglie. In totale i finanziamenti hanno raggiunto la cifra di 493 miliardi di euro.
Se dal rapporto dell'Abi sembra emergere che gli italiani stanno riscoprendo la fiducia verso le banche (o forse è solo necessità?) la Cina dimezza in pratica i prestiti bancari per combattere l'eccesso di liquidità. A febbraio, secondo quanto riferisce la Banca centrale cinese, le banche hanno concesso 535,6 miliardi di yuan (pari a 58,47 miliardi di euro) di nuovi prestiti, in pratica la metà dei  prestiti concessi dalle banche a gennaio (1,040 miliardi di yuan, pari a 117 miliardi di euro). La stretta assume una portata ancora maggiore se si pensa che nel 2010 le banche cinesi avevano  concesso nuovi prestiti per oltre 7.900 miliardi di yuan, ben oltre i  7.500 miliardi fissati dal governo.
La Banca d’Italia ha recentemente approvato il provvedimento con cui definisce la nuova normativa sul credito al consumo,  regolarizzata in base alla direttiva Ue 2008/48. Si tratta di una serie di disposizioni che puntano dritte all’aumento della trasparenza nei confronti dei consumatore, spesso poco informato.
Al provvedimento della Banca d’Italia si aggiunge ora un’indagine di Ipsos e Findomestic secondo la quale il 75% degli italiani sostiene che i prestiti personali siano un valido aiuto per affrontare situazioni economiche difficili (il 53% pensa che possano essere anche un valido motore di crescita economica) ma che ci sia ancora poca informazione sul settore.Tutto ciò che riguarda i tassi d'interesse sui prestiti, infatti, risulta essere decisamentepoco chiaro ad almeno il 50% degli italiani: un italiano su due sarebbe confuso sui prestiti personali.
Secondo questa indagine chi sottoscrive un prestito ha poco chiara la situazione complessiva  sul mondo dei prestiti e per nulla chiaro il significato di parole come Tan(Tasso annuo nominale: è l'interesse applicato annualmente a un prestito) e Taeg (Tasso annuo effettivo e globale: dovrebbe rappresentare nel modo più esatto il costo di un finanziamento).
Gli italiani sembrano saperne di più su ciò che riguarda, invece, le spese accessorie,  come le spese di apertura e chiusura della pratica (rispettivamente conosciute dal 65% e dal 54% degli intervistati), le spese di istruttoria (conosciuta al 55%) e quelle relative all’assicurazione (conosciuta dal 52%) e alla riscossione della rata (conosciuta dal 40% degli intervistati).
In genere il cliente stipulando un contratto si affida alla parola chiave: rata. Invece bisognerebbe informarsi meglio,  perché la conoscenza superficiale dei meccanismi del credito al consumo apre le porte a brutte sorprese, come mette in risalto Chiaffredo Salomone, amministratore delegato di Findomestic.  Partendo da queste considerazioni la finanziaria ha deciso di far diventare più semplice e fruibile il credito annunciando l'intenzione di offrire, ai clienti che richiedono prestiti personali, l'azzeramento delle spese accessorie: parliamo soprattutto dell'imposta del bollo, dell'istruttoria della pratica, delle comunicazioni periodiche, dell'incasso e della gestione della rata.
La Banca d'Italia rende pubblico il supplemento Moneta e Banche nel quale traccia il quadro del sistema finanziario italiano a febbraio. Ed è un quadro in chiaroscuro. Perché dall’analisi dei bilanci bancari emerge che, a febbraio, sono aumentate del 4,9% rispetto a gennaio le richieste di prestiti da parte delle società non finanziarie (cioè di imprese con oltre cinque dipendenti che si dedicano ad attività produttive) e sono cresciute del 5,1% sempre rispetto a gennaio le richieste di prestiti da parte delle famiglie del nostro paese, dato che rimane sostanzialmente invariato se confrontato col periodo precedente.
Aumentano invece i tassi d'interesse sui nuovi crediti concessi alle imprese che, a febbraio, sono balzati in avanti di dieci punti base raggiungendo un valore percentuale pari al 2,79% dopo che, a gennaio, erano diminuiti al 2,69%.
I tassi d'interesse, insomma, hanno recuperato quanto avevano regalato a inizio anno: a febbraio sono aumentati (del 2,49% rispetto al 2,35% del mese di gennaio) sia i tassi d'interesse sui prestiti superiori al milione di euro che quelli su prestiti  inferiori al milione (in rialzo del 3,32% dal 3,26% di gennaio). Sono invece diminuiti (dal 3,36% di gennaio al 3,30%) i tassi d'interesse sui mutui per l'acquisto di abitazioni erogati nel mese di febbraio alle famiglie, mentre sono aumentati (dall'8,78% di gennaio all'8,89%) quelli sul credito al consumo.
Insomma, le finanziarie e le banche continuano a dimostrarsi disponibili a concedere prestiti personali, sia alle famiglie sia alle imprese. E questa è una buona notizia, che indica come lo spauracchio del credit crunch (il taglio del credito, il calo dell'offerta di crediti da parte delle banche) si sia allontanato almeno per il momento. Il fatto è che, se le banche sono disponibili a concedere finanziamenti, questi si ottengono ora a tassi d'interesse più elevati, sia per le imprese (che a gennaio invece avevano usufruito di qualche ribasso che per le famiglie.
In un momento di crisi come questo la cessione del quinto dello stipendio è diventata una delle forme più richieste tra le diverse tipologie di prestiti personali, un’ancora di salvataggio concessa a pensionati e cattivi pagatori che tranquillizza anche chi eroga il credito sicuro sulla restituzione delle rate. Queste, infatti, vengono detratte dalla busta paga in una percentuale che non può superare un quinto dello stipendio, cosa che garantisce sia la puntualità sia la precisione del pagamento.
Una domanda che viene spesso posta è la seguente: cosa accade se il contraente della cessione del quinto viene messo in cassa integrazione? Anche se questa scatta improvvisamente, la rata mensile rimane invariata. Solo nel caso in cui il dipendente si veda ridurre lo stipendio in modo drastico, anche del 50%, c’è la possibilità di richiedere la sospensione effettiva delle rate del prestito.
In alternativa, è possibile chiedere di ridurre la rata anche qualora ci sia una riduzione dello stipendio di oltre un terzo del totale, anche nel caso in cui non si tratti di cassa integrazione. In tal caso, vanno rinegoziati termini di restituzione e interessi.
Alcune novità interverranno sulla cessione del quinto a partire dal primo giugno. Da quella data, tanto le banche quanto le finanziarie dovranno valutare più attentamente i prodotti da offrire al cliente in base alle sue caratteristiche, sia economiche che finanziarie. Questo cambiamento rientra nel recente richiamo che Banca d’Italia ha fatto a banche e finanziarie riguardo a trasparenza dei costi e comportamenti corretti proprio sulla cessione del quinto, in relazione alle nuove norme sul credito al consumo. Queste, secondo Bankitalia, impongono regole più coercitive circa la valutazione della possibilità dei clienti a sostenere il debito concordato.
Dal primo di giugno, insomma, gli operatori del settore dovranno indicare nel contratto i costi dell’eventuale rimborso anticipato da parte del cliente, distinguendo le commissioni anticipate (le spese d’istruttoria, per esempio) da quelle periodiche, dipendenti dalla durata del prestito. Bankitalia ha invitato le banche e le finanziarie a rimborsare coloro che, tramite la cessione del quinto, abbiano estinto il prestito in anticipo senza prima correggere le commissioni pagate anticipatamente all'inizio del finanziamento. Per ottenere indietro i soldi basta presentare reclamo scritto alla banca o alla finanziaria, facendo ricorso all'arbitro se non si ottiene alcuna risposta entro 30 giorni.
Una recente indagine di Crif relativa alle abitudini finanziarie degli italiani ha rivelato che, nel primo quarto del 2011, la domanda di prestiti si è confermata relativamente stabile rispetto all’andamento dell’anno scorso. Se nel complesso la situazione si discosta poco dalla media, le differenze si fanno più significative analizzando il trend dei singoli prodotti finanziari: i prestiti personali infatti registrano un calo del 3%, mentre opposta è la situazione dei prestiti finalizzati, al +3%.
Più nel dettaglio, l’indagine ha riportato un importante aumento nella domanda di finanziamenti finalizzati di importo inferiore ai 5.000 Euro: le famiglie del nostro paese, in sostanza, fanno grande affidamento su questo strumento ed in particolare sulle offerte di prestiti auto o arredamento, ma preferiscono non eccedere con la somma richiesta per potersi permettere il rimborso delle rate senza problemi di natura economica. Opposta la tendenza dei prestiti personali, il cui importo medio richiesto rimane stabile fra i 12.000 e i 13.000 Euro.
Anche in termini di durata si segnalano differenze rilevanti tra le due tipologie di finanziamento. I prestiti auto e in generale i prestiti finalizzati si collocano infatti, per la maggior parte, nella classe compresa tra i due e i tre anni, mentre i prestiti personali, ovviamente a causa dell’importo medio maggiore, durano solitamente più di cinque anni.

venerdì 10 maggio 2013


Prestito Cattivo Pagatore:In seguito all’ottenimento di un prestito, la cosa più difficile da fare è sicuramente quella di riuscire a pagare puntuale le rate per saldare il proprio debito (soprattutto nel caso quest’ultimo non fosse stato accuratamente analizzato prima della sua richiesta). In questa situazione, potrebbe anche succedere che per un qualche motivo non siamo in grado di ripagare una determinata rata.
In queste situazioni, solitamente la finanziaria viene incontro semplicemente rinviando il pagamento di un mese (ovviamente il tempo di restituzione del prestito viene posticipato di un mese) o spalmandolo nelle altre rate. Ovviamente, la finanziaria è disposta a chiudere un occhio solo in determinate condizioni che, solitamente, sono dettate dalla regolarità dei pagamenti (usualmente è possibile evitare di pagare una rata ogni anno di regolare versamento). Questa piccola precauzione, come potrai facilmente comprendere, è piuttosto ovvia in quanto la finanziaria o banca ha bisogno di coprirsi le spalle dai furbetti che non hanno intenzione di restituire il prestito.
Di conseguenza, con il Prestito Cattivo Pagatore una volta oltrepassata la soglia della singola rata non pagata, la finanziaria o banca passa alle armi: la prima mossa che fa, solitamente, è quella di includere il nome ed il cognome del “malfattore” all’interno di una lista denominata “cattivi pagatori”. Questo, di per se, è già un grosso danno in quanto, da quel momento in avanti, le finanziarie o banche saranno piuttosto reticenti ad erogare altri prestiti agli utenti iscritti in questa lista. Inoltre, se il pagamento non dovesse ancora arrivare, la finanziaria passa attraverso il sistema penale (i rischi per mancati pagamenti sono veramente notevoli e non è esattamente saggio raggiungerli). Di conseguenza, se ti dovessi ritrovare in questa situazione, potresti trovarti con le spalle al muro (in sostanza devi obbligatoriamente pagare), situazione che potrebbe essere risolta con la richiesta di un altro Prestito Cattivo Pagatore.
Le finanziarie, infatti, hanno creato delle apposite offerte denominate “prestiti a cattivi pagatori” indirizzate, per appunto, a questa particolare tipologia di utenza. Nella fattispecie, una volta ricevuto questo tipo di prestito, estinguiamo il debito presso la prima finanziaria (ovviamente con estinguiamo intendo interamente) e ne creiamo uno nuovo presso la seconda che, però, ha il beneficio di un arco temporale decisamente più lungo (solitamente si possono raggiungere anche i dieci anni). Questa condizione, di suo, non sarebbe negativa se non fosse che il prestito che andremo a richiedere ha un interesse (denominato tramite il parametro TAEG che indica, per appunto, l’interesse annuo screditato alla finanziaria sul nostro prestito) molto più alto rispetto al prestito di partenza. La giustificazione di questo incremento è dovuto all’iscrizione nella lista dei cattivi pagatori ma, comunque, ciò non toglie che in realtà le finanziarie o banche hanno saputo cogliere il pesce all’amo.
Infatti, quest’offerta è stata creata per guadagnare di più su questa tipologia di clienti che, molto spesso, ha notevoli difficoltà nel restituire il prestito. Ad ogni modo, trascurando questa piccola parentesi, devo ricordarti che i tassi attuali non sono esattamente bassi e, la richiesta di un prestito a cattivi pagatori, oggi, è difficilmente sostenibile. Di conseguenza, ti consiglio caldamente di evitare di ritrovarti in questa situazione semplicemente analizzando un Prestito Cattivo Pagatore prima di richiederlo (controlla se è sostenibile) o evitando proprio di richiederlo poiché le finanziarie possono diventare veramente spietate in queste circostanze.

Prestito a protestato: Una delle condizioni peggiori nella quale ci si può ritrovare in seguito alla richiesta di un prestito è di non riuscire per un qualche motivo a pagare una rata del prestito stesso. In questa situazione, la finanziaria o banca presso cui abbiamo richiesto il Prestito a protestato, solitamente, ci invoglierà a pagare la rata il prima possibile (se ci si accorda si può persino giungere al compromesso di spalmare quella singola rata in un tot di mesi), condizione che potrebbe invogliare i così detti “furbetti” a non pagare neanche la seconda rata e poi la terza.
Giunti ad una situazione del genere, la finanziaria comincia a cambiare atteggiamento. Infatti,se si parla di una singola rata nell’arco di un tempo lunghissimo, la finanziaria è anche disposta a chiudere un occhio ma, nel caso il mancato pagamento si perpetui nel tempo, la finanziaria tende ad agire per vie legali (in base alla gravità della situazione si rischia una multa più o meno salata; inoltre, nel caso si fosse presentata una proprietà a garanzia, si potrebbe persino rischiare di perderla) inserendo, inoltre, il cliente in una particolare lista chiamata dei “protestati”.
Questa lista, a conti fatti, rappresenta il danno peggiore che l’utente possa avere poiché viene trasferita a tutte le finanziarie in circolazioni le quali, per timore di perdita di denaro, tenderanno a rifiutare le richieste degli utenti inseriti nella lista. Ad ogni modo, se la situazione non è certo positiva, bisogna anche considerare che le finanziarie non hanno tutti i torti a tenere un’etica di comportamento simile come, d’altronde, non hanno tutti i torti a voler incrementare il proprio mercato riaprendo le porte a questi utenti con l’erogazione di prestiti differenti.
Per differenti, nella fattispecie, intendo dei particolari tipi di Prestito a protestato erogati dalle finanziarie ai richiedenti (solitamente iscritti nelle liste dei protestati o di cattivi pagatori) dove l’importo viene utilizzare per coprire i vecchi prestiti non ancora saldati. Ora, se questa situazione può essere un ottimo compromesso per salvarsi da una situazione poco gradevole (quando le finanziarie intraprendono le vie legali tendono ad andarci giù molto pesante, situazione che potrebbe sfociare in una situazione di completo disastro economico), bisogna anche tenere in considerazione che le finanziarie che offrono questo servizio tendono a fare un po’ la “cresta”. Infatti, l’essenziale clausola del prestito è quella di un TAEG (interesse annuo accreditato alla finanziaria sul Prestito a protestato) notevolmente superiore alla media giustificato dalla presenza nella lista dei protestati o dei cattivi pagatori.
Se questa condizione,in passato, era facilmente sorvolabile in quanto l’incremento del TAEG si manteneva, comunque, a livelli piuttosto concorrenziali, oggi la situazione è molto variata. Per via della crescente crisi economica, infatti, l’interesse richiesto dalle finanziarie è di suo molto elevato (fidati delle mie parole), figuriamoci nel caso di prestiti a protestati dove gli interessi vengono quasi raddoppiati. In sostanza, nelle condizioni attuali è improponibile usufruire di questo tipo particolare di offerta poiché equivale a firmare una “condanna  alla bancarotta” (volevo dire una condanna a morte ma temevo che il termine stonasse con l’articolo nda). Di conseguenza, se mai dovessi trovarti in una situazione simile ti consiglio caldamente di stringere le maniche e tirare avanti poiché i sacrifici che farai non sono nulla in confronto a quelli che saresti tenuto a fare se richiedesti un prestito per protestati.

 Prestito Che Banca: Tra le tante finanziarie esistenti su internet, una delle più conosciute è sicuramente quella rappresentata da “che banca”. La seguente finanziaria, infatti, ha recentemente creato dei tipi di Prestito Che Banca con tassi piuttosto convenienti (nota: con convenienti intendo con tassi di interesse, ovvero TAEG, leggermente inferiore alla norma; non per questo, comunque, il prestito ha un tasso d’interesse considerabile basso e conveniente) accompagnati da varie tipologie differenti di offerte. Quello per cui, però, che banca è diventata famosa è indubbiamente la richiesta dei mutui. Questi, infatti, presentano una notevole convenienza (o perlomeno lo presentavano in passato) che ha spinto una vasta gamma di clienti a richiederli. Tutto questo, aggiunto alla facile reperibilità del sito web della finanziaria (nel caso non lo sapessi il sito web ha il seguente indirizzo:http://www.chebanca.it/) ha contribuito non poco al suo successo.
Soffermandoci, comunque, sul sito ufficiale di che banca, è possibile trovare notevoli indicazioni. Infatti, il sito in questione è ben sviluppato e piuttosto pulito (esteticamente parlando) e presenta tutte le informazioni a portata di mano. Per inciso, le principali divisione del sito sono situate nel top menu (il top menu è il menu posizionato in alto che, in questo sito, funge anche da menu principale) che viene anche utilizzato come tasto di scorrimento dello slide show (in sostanza sono quelle immagini che sito caricano sotto al menu non appena clicchi la relativa voce).
Nella parte inferiore, invece, è possibile dapprima trovare un riepilogo delle principali aree del sito (per inciso si ricollegano alle medesime pagine del top menu) e in seguito (nel footer del sito, ovvero la parte del sito più bassa) le essenziali informazioni riguardanti la compagnia e le offerte lavorative offerte dalla finanziaria stessa. Tra tutta questa moltitudine di funzione, le più interessanti sono indubbiamente quelle relative agli investimenti ed ai mutui nonché quella relativa ai prestiti di che banca. Le seguenti funzioni sono facilmente rintracciabili nel top menu (attenzione:  l’area riservata ai preventivi è visibile solo ai clienti registrati alla finanziaria; di conseguenza, se non fai parte dei loro utenti, ti sarà difficile consultare le varie offerte.
Non temere, però, poiché ricercando su un motore di ricerca come google o yahoo le seguenti parole chiavi: “Prestito che banca”, “informazioni prestito che banca” riuscirai a trovare senza troppe difficoltà le informazioni che ti interessano) e portano a delle specifiche pagine create a scopo informativo/commerciale. Queste pagine, infatti, sono molto curate graficamente e contengono brevi frase dall’ampio significato che hanno lo scopo di “acchiappare” il visitatore e convertirlo in un nuovo cliente.
In sostanza, non fossilizzarti sui messaggi e sulla bella presentazione del sito poiché è stato creato apposta per dare quell’effetto e cercare di ottenere nuovi clienti in maniera semplice, veloce ed anche piuttosto economica, oserei. Ad ogni modo, ricordati che questo sito può ritornarti piuttosto utile e, di conseguenza, cerca di sfruttarlo nel caso volessi ottenere un mutuo o un prestito.

Prestito Cambializzato: Quando parliamo del mondo dei prestiti, una delle tipologie maggiormente preferita dalla clientela è sicuramente quella proposta dai prestiti cambializzati. Questi, infatti, erano dei particolari tipi di prestito che venivano erogati tramite assegni circolari dalle finanziarie con la clausola di restituzione attraverso cambiali da presentarsi presso la filiale della finanziaria che aveva erogato il prestito.
Segno distintivo del Prestito Cambializzato, comunque, era la scarsa necessità di assicurazione per poterli richiedere. Infatti, i prestiti cambializzati erano dei prestiti dove venivano richiesti semplicemente i documenti di riconoscimento essenziali e l’ammontare del reddito del richiedente, situazione che li rendeva particolarmente conveniente se si considera  che avevano tassi d’interessi fissi nel tempo e piuttosto bassi o agevolati. Tutto questo pacchetto, in sostanza, rappresentava una vera e propria gioia per i richiedenti poiché offriva un’offerta rapida e agevolata per tutte le situazioni. L’unico caso in cui i prestiti cambializzati potevano essere considerati un fastidio era nelle richieste di importi eccessivamente elevati rispetto al proprio reddito.
In queste circostanze, infatti, le finanziarie richiedevano la presenza di un garante o di una garanzia per erogare il prestito, situazione che costringeva l’utente a mettere in gioco una qualche proprietà (o amico/parente) per ottenere il prestito. Ora, come avrai sicuramente notato, in questo mio articolo ho utilizzato solo il passato. La motivazione di questa mia scelta è che ormai, per colpa della crisi economica e delle svariate truffe subite dalle finanziarie o banche (perlomeno così giustificano questa scelta), questo tipo di offerte sono praticamente state debellate. Infatti, ormai è praticamente impossibile trovare finanziarie che permettono l’erogazione di prestiti cambializzati, situazione che di fatto ha creato un grosso varco nel mondo del Prestito Cambializzato.
 Quest’ultimi, infatti, venivano utilizzati da tantissimi utenti per via della notevole convenienza e, l’averli annullati (aggiunto ai continui incrementi dei tassi), ha spinto tantissimi utenti a mollare l’idea di richiedere prestiti. Per questo motivo, quindi, le varie finanziarie o banche hanno creato delle offerte piuttosto simili ai prestiti cambializzati (per farti un esempio concreto, pensa ai prestiti fiduciari) che, sfortunatamente, non sono mai riuscite a conquistarsi la stessa clientela dei loro antenati.  Tagliando, comunque, questo riferimento al passato, ci tengo a sottolineare che internet ha portato risposte anche a questa situazione. Infatti, cercando su un motore di ricerca (google, yahoo, ecc.) la parola chiave “prestito cambializzato” ti sarà possibile trovare notevoli siti che ne discutono tra cui anche alcuni presunte società che lo utilizzano. Su quest’ultimo punto devo consigliarti di prestare particolare attenzione. Infatti, devi considerare che i prestiti cambializzati sono del Prestito Cambializzato ormai usciti di scena e, la loro ripresentazione potrebbe spingerti ad effettuare richieste vincolanti verso altri tipi di prodotti finanziari. Infatti, alcune società facilmente riconducibili a “truffaldine” invogliano il cliente ad effettuare richiesta con la propaganda dei presiti cambializzati.
Questa situazione,ormai, sta lentamente scomparendo ma, ad ogni modo, ti consiglio caldamente di prestare moltissima attenzione a questi siti internet/società.  Infatti, se è vero che il comunicato possa avere un fondo di verità (per inciso la ricostituzione di questo particolare tipo di prestito), è anche vero che c’era un motivo per cui questo prodotto è stato tolto dal commercio. Di conseguenza, fai attenzione alle offerte che trovi in giro ed informati accuratamente!

Prestito Findomestic: Cercando su internet varie tipologie di prestiti personali mi sono imbattuto sul Prestito Findomestic al sito internet findomestic.it/.
Il sito è ben strutturo ricchissimi di informazioni sulle multiformi tipologie di finanziamenti erogati da Findomestic. Navigando nel menù di sinistra potrai trovare delle sezioni dedicate come i prestiti personali, carte di credito, leasing veicoli, cessioni del quinto,  mutui casa, assicurazioni e conto deposito.
Qualsiasi tipo di prestito cerchi su Findomestic dovrai trovarlo a occhi chiusi. Provando a cliccare su prestiti personali Findomestic ci spiega il grande vantaggio di richiedere un finanziamento online:
- Le spese di istruttoria pratica, imposta di bollo, comunicazioni periodiche e altro ancora ammontano a zero
- Le rate del prestito Findomestic sono totalmente personalizzabili per quanto riguardo l’importo e la durata.
-  Sul prestito Findomestic hai il cento percento dell’importo richiesto senza dover anticipare nulla.
- Possibilità nel caso tu avessi altri debiti e finanziamenti in corso di consolidare in un'unica soluzione, unica rata quindi il tuo prestito.
- Nel caso in cui le tue finanze variano di mese in mese hai la passibilità di ridurre o aumentare la rata dopo aver rimborsate le 6 rate antecedenti.
- Possibilità di saltare come un canguro per 3 volte una rata dopo aver rimborsato almento 6 rate.
- Le spese di cambio o salto rata sono naturalmente gratutite.
Vi consigliamo di andare sul sito web ufficiale Findomestic  per maggiori informazioni in quanto questi testi sono scritti amatorialmente  non quindi da un esperto in materia.

Come molti altri prestiti personali il Prestito Agos è uno dei prestiti stile moderno che si adatta alla necessità del richiedente.  Se sei interessato a questo tipo di finanziamento basta digitare s unl motore di cerca la parola chiave “Prestito Agos”.
Una serie di risultati utili comparirà davanti il vostro schermo cliccare su agosducatoweb.it uno dei tanti siti ufficiali incui è possibile richiedere il Prestito Agos.
Arrivati a questo basta navigare all’intero del sito web e scegliere l’informazione che vi serve come i prestiti personali, carte di credito, finanziamento ricaricabile, servizi e la possibilità di calcolare online il prestito Agos di tuo interesse.
Basta infatti inserire l’importo da richiedere, la tua professione, il codice fiscale ed avrai il tuo preventivo.
I prodotti sono diversi come ad esempio il prestito Duttilio, il Piccolo prestito ricaricabile Agos e Consolidamento debiti (unica rata per i tuoi debiti).
Il prestito Agos può essere richiesto ad esempio per acquistare un appartamento o ristrutturarlo, acquistare una nuova macchina, moto, finanzia mere il tuo matrimonio o viaggio di nozze, studio e tantissime altre cose.
Il sito web del Prestito Agos è facilmente navigabile, molto facile da comprendere e ricco di informazioni utili, diciamo un sito web ben fatto, per maggiori informazioni vi consigliamo di visitarlo!
Nei prossimi articoli vi parleremo di altre soluzioni come ad esempio il prestito per le casalinghe disoccupate, per gli studenti universitari, per chi ha un lavoro precario o addirittura non ha la busta paga, per i dipendenti e pensionati, per cattivi pagatori e protestati.
Una serie di articoli utili (vi ricordo sempre amatoriali) verrano pubblicati su tutte le tipologie del prestito inpdap e del prestito inps. Notizie varie sul prestito che banca e prestito findomestic.

Lo scorso febbraio si è registrato il dato più negativo dell’ultimo biennio in materia di prestiti: una riduzione del 17% nella domande di prestiti e finanziamenti da parte degli italiani rispetto febbraio 2011.
L’informazione arriva da una recente pubblicazione dell’Eurisc, il sistema di informazioni creditizie di Crif. Già a gennaio 2011 si era registrata una diminuzione del 15% in materia di richieste di prestiti e finanziamenti.
La riduzione interessa tanto ai prestiti personali come a quelli finalizzati, e il dato è stato ponderato sui giorni lavorativi rispetto allo stesso mese dell’anno scorso.
In materia di prestiti personali, circa il 60% delle domande si trovano nella fascia di importi compresi tra i 5.000 e i 20.000 euro. L’importo medio richiesto a febbraio è pari a 12.519 euro, in linea con quello dell’ultimo trimestre.
Per quanto concerne i prestiti finalizzati invece, le richieste si spostano verso importi minori, trovandosi quasi il 70% di esse sotto i 5.000 euro. L’importo medio richiesto difatti è di 5.238 euro, un po’ più basso rispetto quello registrato a febbraio 2011.
Riguardo le caratteristiche dei consumatori che fanno richiesta di prestiti personali o finalizzati, secondo l’informazione fornita dal Crif, un quarto delle domande totali sono state fatte da persone giovani, nello specifico tra i 35 e i 44 anni.
Infine, per quel che concerne le richieste di mutuo, principalmente per l’acquisto della prima casa, la tendenza è identica, essendosi registrato un calo importante a fine 2011

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Se siete in un momento di difficoltà o avete perso il lavoro e non avete la possibilità di pagare una o più rate del finanziamento che avete in corso, la prima cosa da fare è quella di contattare rapidamente l’istituto che ha concesso il prestito e cercare di trovare insieme la miglior soluzione possibile.
Le possibili conseguenze del mancato pagamento delle rate per molti mesi (in genere oltre i tre mesi) può provocare un aumento dei costi dovuto all'applicazione di penali previste di solito nel contratto e, non meno importante, il rischio di essere segnalato negli archivi S.I.C. (Sistemi di Informazione Creditizia), nei quali si trovano anche i nominativi di chi ha avuto ritardi di pagamento oltre determinati limiti, ciò potrebbe compromettere in futuro la concessione di altri prestiti o altre banche o finanziarie.

Le ragioni possono essere molteplici, le più ricorrenti sono:
• Ci sono altri prestiti in corso di importo elevato.
• Non ci sono adeguate garanzie supplementari.
• Ci sono stati ritardi nel pagamento delle rate.
In ogni caso è bene sottolineare che nel valutare una richiesta molta importanza riveste la “storia creditizia” di un cliente. Inoltre, banche e finanziarie valutano le richieste di credito non solo sulla base di procedure standard, ma anche sulla base di criteri interni che variano a seconda del rischio che ogni finanziatore intende assumersi.
Questo strumento è particolarmente utile quando, in presenza di imprevisti, il cliente si trova nell’impossibilità di onorare con regolarità le rate concordate.

Il principale vantaggio per l’ente finanziatore consiste nella fidelizzazione del cliente. I requisiti per l’accesso al consolidamento dei debiti variano da una società all’altra, ma di solito gli elementi immancabili sono: un contratto di lavoro a tempo indeterminato; un’anzianità lavorativa non inferiore a 12 o 24 mesi; l’assenza di protesti, pignoramenti o di iscrizione nelle centrali rischi.
Trasformare tutti i finanziamenti stipulati in precedenza in un unico contratto di finanziamento, rinegoziando la nrata e /o la tempistica di rimborso.
È il consolidamento dei debiti, nuova tendenza in atto nel mondo del credito al consumo.
Uno strumento che consente al cliente di avere un’unica controparte per tutti i debiti contratti ad esempio per l’acquisto dell’auto, dell’abitazione o per finanziare un viaggio con la possibilità di dilazionare nel tempo i pagamenti.
Per accedere ad un prestito sono necessari i seguenti requisiti:

• Età superiore ai 18 anni
• Reddito dimostrabile
• Residenza nel territorio italiano

Anche in presenza di queste condizioni la banca o la finanziaria potrebbero non concedere il prestito, per altri motivi. Per esempio, la somma richiesta potrebbe essere eccessiva rispetto al reddito, oppure potrebbero esservi stati ritardi nel rimborso di altri finanziamenti che hanno portato ad avere un rating creditizio basso o negativo.

Le garanzie sono strumenti giuridici che tutelano il finanziatore dal rischio di insolvenza del cliente: in tal caso, infatti, potrà rivalersi sui beni oggetto di una garanzia reale o sulla persona fisica che ha fornito una garanzia personale. La concessione del prestito personale non è subordinata alla presentazione di una garanzia reale (pegno o ipoteca su un bene fisico), come avviene invece nel caso del mutuo immobiliare.

Azioni di tutela da parte del creditorePer tutelarsi contro il rischio di insolvenza, alcuni finanziatori richiedono la cambializzazione delle rate o la concessione di garanzie personali, come la presentazione di una fideiussione o la firma da parte di un coobbligato. La richiesta di queste attestazioni è frequente soprattutto in caso di importi elevati, di un periodo di ammortamento molto lungo, di scarsa affidabilità creditizia del consumatore.

Scadenze non rispettate
Nella stipula del contratto viene indicata la data di scadenza delle singole rate. Nel caso di mancato pagamento delle singole rate entro le scadenze stabilite, scattano i meccanismi contrattuali previsti per questa ipotesi, tra i quali, generalmente, l'applicazione di penali a carico del cliente o la maturazione di interessi di mora. Se la posizione non verrà regolarizzata, il cliente potrà essere segnalato alle competenti centrali rischi, condivise da tutti gli operatori finanziari.
Il Garante per la tutela della privacy stabilisce la regolamentazione di tali centrali rischi: le segnalazioni possono essere effettuate solo in caso di mancato pagamento di somme consistenti, di più rate o di gravi ritardi. Inoltre i creditori, prima di effettuare la segnalazione, devono dare un preavviso agli interessati affinché possano eventualmente intervenire.

Il prestito personale è un finanziamento non finalizzato all’acquisto di un bene o servizio specifico. Rientra nella vasta categoria del credito al consumo, per cui può essere concesso solo al consumatore finale, non a una persona fisica o giuridica che voglia utilizzarlo a fini d’impresa o comunque connessi alla propria attività professionale.
Il contratto viene discusso e concluso direttamente tra consumatore e soggetto finanziatore (istituto di credito o intermediari finanziari) senza intermediazione di un soggetto convenzionato (esercente del punto vendita): il potenziale cliente presenta la richiesta di prestito personale al finanziatore, che la esamina e offre una risposta generalmente nell’arco di poche ore o giorni.
La mancanza di un collegamento tra la somma prestata e il bene o servizio da acquistare espone il creditore a rischi maggiori in caso di insolvenza. Così, per ovviare al problema, alcune banche e finanziarie chiedono al cliente di giustificare la richiesta di finanziamento.

Importi minimi e massimi del prestito personaleL'importo minimo per un prestito personale è di 200,00 euro, quello massimo ammonta a 75.000,00 euro. La somma finanziata e gli interessi maturati vengono rimborsati (si parla a proposito di piano di ammortamento) in un arco che può essere compreso tra 6 e 120 mesi.

Caratteristiche del "piccolo prestito"Il piccolo prestito non è una forma particolare normata dal codice civile, bensì una formula utilizzata dagli enti creditizi per indicare il finanziamento di piccole somme (qualche migliaio di euro), di solito accompagnato da una semplificazione delle procedure.

I tassi di interesse nei prestiti personaliNella quasi totalità dei casi l’interesse pattuito per i prestiti personali è fisso per tutta la durata del finanziamento e viene espresso con i normali indicatori del T.A.N. (tasso annuo nominale) e il T.A.E.G. (tasso annuo effettivo globale).
L'importo del prestito verrà inviato al cliente mediante assegno bancario o bonifico sul proprio conto corrente.
Facciamo un esempio pratico:
Se un cliente firma un contratto di "piccolo prestito" con un'azienda di credito, per un importo finanziato di 5.000 Euro da restituire in 36 mesi al tasso (T.A.N.) del 10,50% (T.A.E.G. 11,02%) senza alcun tipo di ulteriori spese, pagherà mensilmente rate da 162,51 Euro, fisse e costanti per l'intero periodo.
Il TAEG (Tasso Annuo Effettivo Globale) rappresenta il vero costo di un finanziamento e permette al cliente di scegliere la migliore offerta di prestito personale / finanziamento presente sul mercato.

Con la nuova normativa sul credito ai consumatori, prima che il cliente sia vincolato da un contratto, il finanziatore fornisce tutte le informazioni necessarie sul documento IEBCC (Infomrazioni Europee di base sul credito ai consumatori) per avere completa chiarezza delle condizioni economiche e caratteristiche principali del finanziamento proposto di cui il TAEG è l'elemento di confronto principale.

A febbraio il totale dei prestiti ai residenti in Italia si è attestato a 1.917,3 miliardi di euro, segnando una flessione annua dell’1,2 per cento e dell’1,5 per cento sul mese precedente. Il rapporto segnala inoltre un quadro difficile per gli istituti di credito italiani e per lo stato dell’economia.


Prosegue la stretta sui prestiti bancari a famiglie e imprese, insieme al continuo aumento delle sofferenze bancarie. A febbraio il totale dei prestiti ai residenti in Italia, secondo i dati pubblicati dall’Abi, si è attestato a 1.917,3 miliardi di euro, segnando una flessione annua dell’1,2 per cento e dell’1,5 per cento sul mese precedente.
Secondo il rapporto mensile dell’associazione bancaria italiana sono in calo soprattutto i prestiti alle famiglie e alle società non finanziarie, che ammontano a circa 1.468,5 miliardi di euro, con una flessione del 2,8 per cento su base annua. La stretta riguarda anche i prestiti al settore privato, pari a 1.650,8 miliardi di euro e in contrazione dell’1,9 per cento.
Il report segnala un quadro difficile per gli istituti di credito italiani e per lo stato dell’economia, con l’associazione che attende ora un effetto positivo sia dalle misure della Bce sul collaterale che dal pagamento dei debiti della pubblica amministrazione. Le sofferenze lorde degli istituti sono salite a 126 miliardi mentre quelle nette hanno visto una battuta d’arresto a 63,9 miliardi di euro. Dall’inizio della crisi nel 2008 il rapporto tra sofferenze lorde e impieghi del settore privato è più che raddoppiato, passando dal 3 al 7,4 per cento.
Continua infine il rafforzamento dei depositi, in aumento del 7 per cento, a 1.195 miliardi, segnando l’incremento maggiore da novembre 2008. La crescita dei depositi, secondo il direttore centrale dell’Abi Gianfranco Torriero, è un segno “della fiducia” dei risparmiatori italiani verso le banche, che “non è minacciata” dal caso Cipro.